C’eravamo anche noi oggi a Massa Lombarda per applaudire alla bellissima iniziativa “Viaggio a Shamballa”, dedicata alla stampa 3D in ambito architettonico e organizzata dagli amici della Wasp in collaborazione con il Comune di Massa Lombarda.

Durante la conferenza “A call to save the world” (Large-scale 3D printing and green building) è stata presentata l’evoluzione della Big Delta Wasp 12m, l’innovativo sistema di stampa 3D Crane Wasp, illustrata dal fondatore della Wasp Massimo Moretti. Si è parlato degli sviluppi futuri della stampa 3D nel settore delle costruzioni ed è stata presentata anche Gaia, la prima casa in terra cruda al mondo stampata in 3D.

Ma che cos’è Gaia?
Gaia è molto di più di un prodotto di ricerca. Rappresenta la promessa di un futuro non lontano dove sarà possibile costruire abitazioni a basso costo e sostenibili,  attraverso l’uso delle nuove tecnologie digitali.
Ci sono voluti 10 giorni per stampare in 3D Gaia, tramite l’uso di terra cruda ma anche paglia, lolla di riso e calce.
Il risultato? Un modulo architettonico vincente di 30 mq di parete dallo spessore di 40 cm, che ha un impatto ambientale praticamente nullo, anche perché non prevede né riscaldamento né un impianto di condizionamento.

Tutto si deve a WASP e, in particolare a Massimo Moretti che non ha mai smesso di seguire il suo sogno si realizzare un villaggio sostenibile, fatto di case stampate in 3D e a basso costo. Ogni viaggio, si sa, parte dal primo passo. Gaia è molto più di questo. E’ una storia a lieto fine che la WASP è riuscita a scrivere a due mani  insieme con RiceHouse, la startup che opera nel campo della bioedilizia, hanno messo su un nuovo modello architettonico ecosostenibile, che sfrutta la filiera produttiva del riso per realizzare con i materiali naturali di scarto murature efficienti dal punto di vista bioclimatico e di salubrità degli ambienti.

Di cosa è fatta Gaia?
Partendo dalle fibre vegetali è stata sviluppata una miscela fatta per il 25% da terreno prelevato in sito (30% argilla, 40% limo e 30% sabbia), per il 40% da paglia di riso trinciata, per il 25% da lolla di riso e il 10% da calce idraulica. La mescola è stata poi impastata con l’uso della molazza, in grado di rendere il composto omogeneo e lavorabile.

E’ stato bello oggi poter ammirare dal vivo questa scommessa vinta e poter gioire insieme ai nostri amici della WASP, con i quali stiamo portando avanti un progetto che ci sta molto a cuore: creare al Centro per l’Artigianato Digitale un wasp hub che svilupperà progetti innovativi per l’architettura e il design.
Avanti tutta quindi, verso futuri entusiasmanti! E possibili.
By Categories: NotiziePublished On: 6 Ottobre, 2018

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