Nell’ultimo mese abbiamo assistito alla ideazione e realizzazione di mascherine anti-contagio, valvole Dave e Charlotte e respiratori polmonari azionati con scheda elettronica Arduino, frutto dell’ingegno di maker di tutto il mondo e abbiamo posto la nostra attenzione anche sulla riconversione dei più grandi studi di architettura e ingegneria, che virano la loro progettazione ad azioni utili all’emergenza Covid-19.  A tal proposito, anche la Carlo Ratti Associati, studio internazionale di design e innovazione con base a Torino, ha messo in campo un progetto davvero innovativo: CURA, il primo bio-container mobile di terapia intensiva.

Cura è frutto di un capillare lavoro che ha visto impegnati designer, ingegneri, professionisti medici ed esperti militari contro l’emergenza sanitaria. Una progettazione che risponde alla carenza di posti letto in terapia intensiva negli ospedali e che favorisce il contenimento del contagio.

Ha una grandezza di circa 20 metri quadrati e ogni singola unità funziona in modo autonomo, con una capienza di 4 posti letto. Può essere posizionata all’esterno della struttura sanitaria ( per ampliare, in questo modo, la terapia intensiva) ma può essere anche montata insieme ad altre unità, collegate poi da un corridoio gonfiabile, per creare un vero e proprio ospedale da campo. Ogni unità contiene l’attrezzatura medica necessaria per il ricovero di almeno due pazienti, inclusi ventilatori e supporti per fluidi da iniettare per via endovenosa.

Negli ultimi tempi, sono stati creati ospedali da campo con vere e proprie tende e/o capannoni, esponendo in primis il personale sanitario a rischi di contagio. Cura, invece, oltre ad essere di facile montaggio, è un vero e proprio “reparto” isolato, grazie al biocontenimento (un estrattore che crea una pressione interna negativa). 

 

Fonti:

Carloratti.com

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By Categories: NotiziePublished On: 14 Aprile, 2020

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