I ricercatori del Tangible Media Group del MIT hanno creato forme di pasta che da due-dimensioni diventano tridimensioni quando sono in acqua.
La “pasta programmabile” è costituita da gelatina mescolata con l’amido. La gelatina si espande naturalmente all’assorbimento dell’acqua, dando ai ricercatori la possibilità di manipolare il cibo.

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Il vantaggio principale dell’invenzione sarebbe quello di risparmiare sui costi di trasporto alimentare: avendo una pasta che memorizza la sua forma, i distributori potrebbero adattare una quantità maggiore di cibo nello stesso spazio, lasciando comunque all’utente finale di mangiare un pasto strutturato e tridimensionale.

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Il progetto dal titolo “Transformative Appetite” è stato guidato da Wang insieme a Lining Yao e portato avanti grazie alle ricerche di Chin-Yi Cheng, Daniel Levine, Teng Zhang e Hiroshi Ishii, responsabile del Tangible Media Group.

Attraverso diversi medoti, i ricercatori sono riusciti controllare le forme che la pasta assume: è possibile creare, ad esempio, un semplice arco “macaronico” utilizzando due strati di gelatina – uno strato superiore più denso su uno strato inferiore sottile. Lo strato superiore assorbe più acqua, crescendo più grande e arricciandosi lentamente sul fondo.

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Per ottenere forme più irregolari, il team ha stampato in 3D strisce sottili di cellulosa commestibile in diversi modelli sullo strato di gelatina. Queste strisce fungono da barriera all’assorbimento dell’acqua. “In questo modo si può ottenere programmabilità“, ha detto Yao. “Dopodiché è possibile controllare il grado di flessione e la geometria totale della struttura“.

La pasta prodotta dal progetto “Transformative Appetite”, a detta dei ricercatori, ha una buona consistenza ed è anche abbastanza gustosa. Il team ha anche lavorato con uno chef in un ristorante di Boston per testare differenti versioni della pasta, ad esempio aromatizzandola con inchiostro planctonico e calamaro.

mit-transformative-appetite-shapeshifting-noodles-design-products-food_dezeen_2364_col_1Sulla base degli esperimenti del gruppo, Cheng ha anche scritto un software di modellazione per gli utenti per progettare la propria pasta trasformante.
Recentemente il MIT Media Lab ha prodotto diversi progetti basati sulla modifica della forma. Basti pensare ad esempio al Second Skin, l’abito che si tras-forma quando sudi.

credits: Dezeen.com

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By Categories: NotiziePublished On: 5 Giugno, 2017

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