Si è appena conclusa la quindicesima edizione del London Design Festival LDF -, un evento volto a celebrare il design, sia locale che internazionale, svoltosi dal 21 al 24 settembre. Situato nel cuore creativo di East London, il London Design Festival riunisce 500 espositori provenienti da 28 paesi, tra cui designer indipendenti, brand affermati, padiglioni internazionali e mostre.

Tra le più importanti collaborazioni intessute in occasione di quest’evento, si distingue anche quest’anno quella con il Victoria and Albert Museum (V & A), che per l’occasione ha organizzato installazioni, conferenze, dibattiti, visite guidate e workshop, che spaziano su tutti gli aspetti del mondo del design.

Ecco alcune delle installazioni più interessanti, che applicano sapientemente l’innovazione tecnologica al design!

Reflection Room

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La “Sala di Riflessione” di Flynn Talbot è un’istallazione dai colori vividi che trasforma lo spazio della galleria, la Prince Consort Gallery, in un luogo onirico in cui gli elementi tecnologici sono “calati” verticalmente dal soffitto come fossero arazzi, in ricordo dei campioni di tessuto che la sala ospitava in passato.

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Per ottenere l’effetto surreale che caratterizza questa installazione, il designer australiano ha utilizzato 56 pannelli Barrisol di colore nero lucido, all’interno dei quali sono stati tessuti dei profili LED Tryka, di colore arancio e blu.

Il gioco di luce rappresenta il punto nevralgico delle opere di Talbot, che in ogni lavoro si focalizza proprio sulle suggestioni che luci e ombre possono evocare, come avviene nella Reflection Room, in cui il visitatore si perde immergendosi in quest’esperienza di luci colorate.

Ho usato la luce per creare una connessione tra le persone e la sala. I visitatori sono parte integrante dell’installazione, ognuno è illuminato in un modo unico a seconda di dove si trovi, aggiungendo ombre alla ricca profondità di riflessi, presenti all’interno della galleria” ha spiegato il designer.

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Transmission

È un arazzo 3D vero e proprio, invece, quello realizzato dal designer britannico Ross Lovegrove.

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Lunga oltre 21 metri, morbida e ondulata, questa “scultura in tessuto” tridimensionale si snoda nel centro della Galleria degli Arazzi di V & A, dove sono contenuti i Devonshire Hunting Tapestries, quattro grandi arazzi realizzati tra il 1430 e il 1450, raffiguranti scene di caccia, da cui Lovegrove ha preso ispirazione per realizzare la sua opera. Le pieghe dell’installazione riprendono efficacemente i colori e il senso di movimento dell’abito femminile rosso presente in una delle scene di caccia esposte nella stanza.

L’arazzo è realizzato in Alcantara, un materiale con ottime proprietà tattili che si presta perfettamente alla stampa grafica e al ricamo digitale“, spiega Lovegrove.

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While We Wait 

While We Wait – “Mentre noi aspettiamo”-, concepita dagli architetti palestinesi Elias e Yousef Anastas, è una costruzione a forma di torre, ispirata al tema della rivendicazione dell’uomo sulla natura.

La struttura torreggiante è costituita da elementi di pietra di diverse tonalità che procedono a digradare, dal pallido grigiore della pietra calcarea al rosso caldo delle pietre poste in basso, provenienti da diverse regioni della Palestina.

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La realizzazione della struttura nasce dall’unione di tecniche tradizionali e strumenti innovativi: ogni singola forma è stata modellata in 3D mediante l’utilizzo di un software di progettazione, poi la pietra è stata tagliata da robot e infine rifinita a mano. Il processo di “stereotomia”, l’arte di tagliare pietre in modo da poter essere assemblate in una configurazione più grande, consente alla struttura di reggersi da sola.

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Nella sala sono stati installati componenti audio e video che evochino suoni e immagini dell’ambiente naturale dell’installazione, la Cremisan Valley, situata tra Betlemme e Gerusalemme. Dopo essere stata esposta al V & A, l’opera verrà infatti collocata in Palestina, perché si erga a monumento e luogo di raccolta per la comunità, in contrasto con il muro in fase di costruzione, che divide a metà la valle, separando un monastero dalla comunità locale di riferimento.

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Ispirata alla bellezza naturale della valle, questa installazione vuole esaltarne le caratteristiche: evocando l’immagine di un merletto delicato, la sua sofisticata struttura dentellare è in netto contrasto con il calcestruzzo piatto e uniforme usato per il muro di separazione.

Fonte: inexhibit.com

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By Categories: NotiziePublished On: 26 Settembre, 2017

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