Credo che l’introduzione di ausili meccanici diventerà una necessità generale nelle scuole del futuro. Vorrei, però, sottolineare che questi ausili non sono sufficienti per realizzare la totalità dell’educazione” affermava così, nel lontano 1947, Maria Montessori in “Introduction on the Use of Mechanical Aids“.

Photo credit: Libriantichi.com

Un pensiero  innovativo, così come tutto il suo approccio, capace di spianare la strada alla didattica moderna, sempre più orientata all’utilizzo e al supporto delle nuove tecnologie e di un’insegnamento basato sull’esperienza, sul fare per conoscere. La Montessori stessa, prima di utilizzare un nuovo materiale, lo testava, lo valutava e studiava l’uso che ne facevano i bambini: la libera scelta, l’individualizzazione e l’autocorrezione, questi i principi fondamentali della sua scienza principi fondamentali.  Allo stesso modo, oggi, prima di affiancare totalmente le nuove tecnologie alla didattica tradizionale, è fondamentale valutare come gli studenti, specie i più piccoli, rispondono e si approcciano a tali  strumenti. 

Maria Montessori scinde due periodi educativi: quello pre-scolastico ( da 0 a 5 anni) e quello scolastico ( 6 anni in poi).

Durante il periodo pre-scolastico, il metodo montessoriano sconsiglia l’utilizzo della tecnologia in quanto i bambini devono poter sviluppare la creatività e, specialmente, la manualità. Il movimento, l’imitazione, l’uso delle mani attivano e utilizzano meccanismi cerebrali che portano benefici a lungo termine. Benefici che non sempre sono apportati dalla tecnologia nei primi anni di vita. 

Progetto STEM “Green World” all’Istituto “Baccelli” di Sarno

A partire dall’età scolastica, invece, la tecnologia può essere introdotta per gradi, favorendo lo sviluppo psicologico del bambino che inizia a proiettarsi verso l’astrazione. E di questo utilizzo della tecnologia in ambiente scolastico se ne è occupato Mario Valle, autore del libro “La pedagogia Montessori e le nuove tecnologie”.  Valle osserva come il metodo montessori e le nuove tecnologie abbiano diversi punti di contatto e in particolare:

  • favoriscono l’apprendimento intuitivo;
  • inducono a ragionare, ponendosi dei problemi.

 

Ma quando un tablet, un pc, un robot o un programma di coding hanno una validità montessoriana? Esistono diversi metri di valutazione:

  • permettono la libera scelta
  • consentono l’autocorrezione
  • rispettano i tempi del bambino e la ripetizione spontanea
  • facilitano l’esplorazione sensoriale e l’uso delle mani
  • rendono concrete le astrazioni
  • rendono possibile la concentrazione
  • propongono compiti con un obiettivo chiaro
  • devono isolare una attività dominante

 

Progetto PON “Gig@sbullonati” all’Istituto “De Filippo” di Guidonia

Le nuove tecnologie attirano sicuramente l’attenzione ma devono essere anche capaci di mantenere alto e costante l’interesse degli studenti; inoltre, devono rispettare i metri di valutazione richiamati e garantire il miglioramento dell’apprendimento. Per tali motivi, di fondamentale importanza sono i programmi e i progetti di robotica e coding, come Lego Mindstorm, Bee Bot e Scratch, solo per citarne alcuni; nonché programmi per mappe mentali e/o di approfondimento, come Wikipedia, GeoGebra e tanti altri.  La vera sfida di chi usa la tecnologia in ambito didattico è quella di continuare ad essere interessanti ovvero essere in grado di far diventare la tecnologia un mezzo e non un fine. Non serve andare davanti al pc per il gusto di digitare parole ma è utile starci per fare un’attività che stimoli il cervello.

Progetto “Scuola Viva” al III Circolo Didattico di Cava de’ Tirreni

La tecnologia, perciò, non può che essere usata alla stregua degli altri materiali didattici e dev’essere disposta all’interno dell’ambiente e non formare una disciplina autonoma. D’altra parte”, afferma Valle, “non ha molto senso insegnare ai bambini come funziona il computer: lo sanno fare da soli, fanno prima a insegnarcelo loro. Nessun ragazzo legge il libretto di istruzioni di un videogioco o di un tablet, lo prende e lo usa, e questo principio è molto vicino all’educazione Montessori, che propone di sperimentare e imparare provando»

Maria Montessori sosteneva che “L’ambiente è maestro”: il contesto, infatti, riveste un ulteriore ruolo fondamentale nella didattica e nell’apprendimento. E proprio questo suo insegnamento ha ispirato “Scuole al Centro”, il nostro progetto di didattica laboratoriale e innovativa rivolto agli studenti di ordine e grado: giornate inedite da vivere al Centro per l’Artigianato Digitale, dedicate alla creatività e allo sviluppo delle competenze digitali.

Scopri Scuole al Centro

Fonti:
Nostrofiglio.it
Scuolainsoffitta.com
Donnamoderna.com

 

 

 

 

 

 

By Categories: NotiziePublished On: 4 Maggio, 2020

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